Autore:
Barbara Spinelli, Roberto Giovene di Girasole
Formato:
15 x 21 (cm)
Pagine:
178
Disponibilità:
ESAURITO
Prezzo:
00.00 €
 
 
Sintesi
 

Questo manuale nasce su impulso del Presidente del Consiglio Nazionale Forense Andrea Mascherin per condividere con le colleghe e con i colleghi il fondamento teorico e la complessità pratica dell’attività di osservazione processuale all’estero. Nel primo capitolo vengono presentate le diverse tipologie di osservazione internazionale che possono vederci coinvolti come cittadini e come avvocati, cercando di fornire un vero e proprio “identikit” dell’osservatore internazionale. Il secondo capitolo è dedicato alla teoria ed alla pratica dell’osservazione processuale all’estero: la preparazione della delegazione, l’attività di osservazione, la stesura del rapporto finale. Il manuale vuole essere una piccola introduzione all’attività di osservazione processuale all’estero. Gli avvocati nei cinque continenti sono in prima linea sia nella difesa dei diritti umani sia nella difesa dei difensori dei diritti umani: nella denuncia dello svuotamento dello stato di diritto, della corruzione del sistema giudiziario, dell’utilizzo sistematico del diritto penale del nemico per silenziare le opposizioni e perseguitare le minoranze. In questo contesto, rientra nell’esercizio della funzione sociale dell’avvocatura mantenere la luce accesa su questi scenari, a volte dimenticati dall’opinione pubblica e dai media mainstream, garantendo con rigore un’informazione precisa e documentata. Ciò è possibile grazie alle attività di osservazione internazionale, che consentono la fuoriuscita, anche nel contesto di regimi dittatoriali, di informazioni esatte e documentate sulle persecuzioni giudiziarie in atto, anche attraverso la raccolta della testimonianza ed esperienza quotidiana dei colleghi attivi nei Paesi interessati da queste gravi situazioni. I rapporti informativi, esito dell’attività di informazione processuale, costituiscono un megafono nel mondo che consente di condividere a livello internazionale l’impatto dell’azione dei colleghi che rischiano la vita ed il carcere per difendere i diritti umani e lo stato di diritto nei loro Paesi, contribuendo così a realizzare la giustizia e l’ordine pubblico internazionale. Per questo motivo abbiamo scelto di dedicare il terzo capitolo a schede di sintesi sulle attività dei colleghi in vari Paesi del mondo. Si tratta di una casistica meramente esemplificativa e, purtroppo, largamente incompleta, ma che vuole in questa sede evidenziare la ripetitività delle dinamiche che i regimi di numerosi Paesi del mondo usano per colpire le opposizioni, le minoranze, gli attivisti per i diritti umani, la libera informazione, attraverso la persecuzione degli avvocati che le difendono. Il punto di partenza è spesso l’adozione di legislazioni di emergenza che introducono disposizioni eccezionali, molte volte liberticide, in base alle quali è sufficiente l’utilizzo dei social network, la partecipazione ad una manifestazione di protesta, la sottoscrizione di un appello per essere accusati di terrorismo o sovversione, per identificare l’avvocato con il proprio assistito, per far diventare l’avvocato complice della commissione dei presunti reati di cui è incolpato l’assistito. Un diritto penale del nemico che utilizza il processo penale non come mezzo di accertamento della verità ma come strumento di repressione. Di qui l’esigenza di condividere linee guide per quanti decidano di affacciarsi alla finestra di questi mondi per verificare la gravità delle violazioni commesse rispetto agli standard internazionali del giusto processo, evitando conseguenze dannose per sé stessi, per gli imputati o per le vittime nei processi che si intende monitorare. In lingua inglese esistono numerose pregevoli pubblicazioni relative all’osservazione processuale ed alla persecuzione degli avvocati nel mondo, delle quali diamo atto nella bibliografia finale. Questo testo non ha alcuna pretesa di esaustività e completezza, ma vuole rappresentare uno strumento pratico di informazione, che può essere letto come compendio generale di carattere informativo, come una finestra aperta sulle violazioni dei diritti umani che avvengono nelle aule di giustizia a diverse longitudini e latitudini, come utile spunto di riflessione per chi, per la prima volta, scelga di dedicarsi all’attività di osservazione internazionale, che sia per conto del proprio Ordine professionale di appartenenza ovvero di un’associazione non governativa. Gli Autori hanno premura di specificare che non per loro volontà ma per mere esigenze di scorrevolezza del testo non viene riportata sistematicamente la dicitura “osservatrici e osservatori internazionali”, lasciando all’intelligenza di chi legge la memoria del fatto che sotto la toga ci sono colleghe e colleghi portatrici di diverse identità e visioni della realtà che ci circonda, accomunati dalla medesima condivisione della funzione sociale dell’avvocatura nel salvaguardare la democrazia, promuovere i diritti umani e le libertà fondamentali e contribuire alla promozione ed allo sviluppo di società, istituzioni e processi democratici in Italia, in Europa e nel mondo, e ciò non può che costituire una meravigliosa ricchezza per l’avvocatura e la società tutta. Auspichiamo, pertanto, che il manuale sia una lettura interessante e di stimolo per tutti coloro che intendano difendere lo stato di diritto, la democrazia ed i diritti fondamentali nel mondo, ascoltando la voce di chi è ingiustamente perseguitato, minacciato, e per questo rischia la vita o è isolato in una cella senza conoscere la sua imputazione o la data della sua scarcerazione.

 
Autore
 

Barbara Spinelli è nata a Bologna nel 1982 dove ha conseguito la maturità classica presso il Liceo Galvani. Laureata con lode in Giurisprudenza presso l’Università “Alma Mater Studiorum”, fin da allora è attiva nell'associazione “Giuristi Democratici”, anche a livello internazionale.
Nel 2008 ha pubblicato il libro Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale (Franco Angeli). Avvocata dal 2011, si occupa di diritto dell'immigrazione e diritto penale. Ha collaborato come esperta indipendente in materia di violenza maschile sulle donne con la Relatrice Speciale dell’ONU Rashida Manjoo e con l’UNODC. È stata convocata in audizione dalla Commissione Giustizia della Camera in relazione all'esame del D.D.L. C.2169 del 2007 e del D.D.L. C.1540 del 2013. Autrice di numerose pubblicazioni in materia di diritti umani e delle donne, tra cui la voce “Femminicidio” per la IX appendice della Enciclopedia Treccani, nel 2016 ha ricevuto il Premio “SEN”, conferito a personalità che si distinguono a difesa dei diritti delle donne. Dal 2014 fa parte del Comitato Esecutivo di ELDH (European Association of Lawyers for Democracy & World Human Rights).
È stata osservatrice internazionale in Egitto, Turchia, e nelle regioni curde dell'Iraq e della Siria. Nel 2017 è stata respinta dalla Turchia, con divieto di reingresso, a causa dell'attività svolta come osservatrice. Per tale motivo, ha ricevuto la medaglia al merito dal CNF. Da allora, collabora come membro esterno con la commissione Rapporti Internazionali/Mediterraneo.

Roberto Giovene di Girasole è nato a Napoli nel 1964. Ha conseguito la maturità classica presso il Liceo “Umberto I” di Napoli e si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università “Federico II”. Nel periodo universitario inizia a collaborare con diversi quotidiani e periodici e nel 1988 si iscrive all’elenco dei giornalisti pubblicisti. Sposato, ha due figli. Dal 1991 esercita la professione di Avvocato, nel ramo penale. 
È componente titolare del Comitato di diritto penale del Consiglio degli Ordini Forensi d’Europa (CCBE), e membro della commissione Rapporti Internazionali/Mediterraneo del C.N.F., del direttivo della Scuola per le professioni legali dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, della Commissione di diritto dell’U.E. ed internazionale dell’Ordine degli Avvocati di Napoli.
Si occupa di tematiche relative al diritto penale internazionale (nel 1999, con ristampa 2003, pubblica Principi generali di diritto penale in AA.VV. “La Corte penale internazionale”) ed alla costruzione dello spazio giuridico penale europeo, scrivendo numerosi articoli sul tema. Dal 2016 collabora con l’Osservatorio degli Avvocati in pericolo (OIAD), fondato dai Consigli Nazionali Forensi italiano, francese e spagnolo e dall’Ordine degli Avvocati di Parigi, allo scopo di porre in essere azioni positive in favore degli avvocati minacciati a causa del libero esercizio della professione. Ha svolto missioni di osservazione di processi all’estero.
Dal 2018 collabora con la Rete degli Avvocati del Mediterraneo (RAM), fondata dai Consigli Nazionali Forensi d’Italia, Algeria e Tunisia e dagli Ordini degli Avvocati di Rabat e Boumerdas per difendere i diritti dell’Uomo, la pace e la democrazia, con uno sguardo particolare ai temi delle migrazioni e della difesa dell'acqua e del clima.

 
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