Nel presente libro ho inteso precisare che il modello di Stato democratico, per realizzare una democrazia compiuta, e non mantenersi sempre in una visione autoritaria e statualista dell’ordinamento, non si deve fondare solo sulla rappresentanza popolare, attraverso elezioni a suffragio universale, sulla separazione dei poteri, e sul principio maggioritario dei suoi organi istituzionali di natura collegiale o collettiva, necessario per la nascita ed il funzionamento di ogni nuovo soggetto giuridico democratico, ma anche sul riconoscimento dei diritti quesiti (di cui la pensione, ne costituisce il principale e più attuale esempio, quale retribuzione differita, frutto di un patto fra il cittadino e lo Stato), in quanto la sovranità appartiene al popolo, non solo considerato nella totalità dei suoi componenti, ma anche nei singoli soggetti privati, che ne fanno parte, i quali sono sovrani nelle rispettive sfere giuridiche nel quadro delle norme costituzionali, che li tutelano, non solo nei rapporti privatistici fra di loro, ma anche e soprattutto nei confronti dei pubblici poteri, per evitare la c.d. “tirannia o dittatura della maggioranza”, considerati i poteri di supremazia, di cui essi dispongono, ma pur sempre nei limiti previsti dalla Costituzione nelle varie materie. In tal modo vengono tutelati i singoli cittadini dai mutamenti dei Governi e quindi anche quelli espressi dalle minoranze parlamentari. |