Il tatuaggio criminale viene raccontato in questa opera che si propone di ricostruire un'analisi storica, antropologica e giuridica di quei simboli che si presentano come una rappresentazione, distorta, dei temi cari alle antiche realtà feudali.
Un racconto delle ragioni che hanno condotto i clan di tutto il mondo, tra le metà del XIX e del XX secolo, a rifarsi alla ritualità e all'immaginario cavalleresco. Con rigore accademico ma strizzando, inevitabilmente, l’occhio alla cultura pop contemporanea, l’autore ripercorre la storia delle mafie che, per legittimare le proprie spietate azioni agli occhi degli affiliati e della società civile, ancora oggi si rifanno alla marzialità e alla sacralità delle passate caste militari e sacerdotali sia che si parli del crimine organizzato europeo, asiatico o sud americano. Questa è la storia di questo profondo, controverso e affascinante legame
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Alessio Briguglio, Avvocato del Foro di Roma, è analista per il Centro studi AMIStaDeS nel dipartimento “terrorismo e criminalità organizzata” e per l’Osservatorio Italia Antiriciclaggio per l’Arte, per cui svolge anche attività di docente in materia di antiriciclaggio.
Negli ultimi anni ha concentrato il suo lavoro di ricerca sul folklore criminale e la sua vasta influenza sulla cultura popolare. Nello specifico, il suo interesse si è focalizzato sul valore simbolico e sociale dei tatuaggi all'interno del microcosmo della malavita organizzata. |