Premessa di AMBROGIO BORSANI e VINCENZO SALERNO
Premessa

Quasi tutti gli artisti, accanto a installazioni e a tecniche tradizionali, oggi scelgono di includere il libro d’artista nella loro produzione. Da Mallarmé in poi è come se si fosse rotto l’argine di separazione tra testo e figurazione, tra rigidità editoriale e libertà nell’uso del peritesto. Si è aperta la strada a possibilità di espressioni nuove, con tempi meno complessi della preparazione di una mostra.

È cominciata così la conquista della Galassia Gutenberg da parte degli artisti. La vasta geografia del libro d’artista ha confini sfrangiati, quasi indefinibili. Territori dove convivono diverse tribù, diverse forme di abitazione degli spazi del libro. Si va dai rinnovatori delle avanguardie storiche, come El Lissitzky o Depero, ai grandi maestri della pittura come Matisse o Kokoschka, ai poeti visivi, Ji?í Kolá?, Lamberto Pignotti, Emilio Villa, all’intervento di letterati, Guillaume Apollinaire, Raymond Queneau, Corrado Govoni, alle nuove possibilità per chi lavora con la fotografia, Moholy Nagy o Ed Ruscha. Il libro d’artista si è infiltrato all’interno delle grandi correnti, dal Futurismo al Dadaismo, dalla Pop art all’Arte povera. Si è esteso ai confini della galassia, dove si esprimono maestri della stampa che portano l’artigianato del libro a livelli artistici. Abbiamo cercato, in questo numero speciale di «Trame», di rappresentare le varie regioni di una complessa e sconfinata geografia.

Compresi i territori storici più remoti dove sono spuntate le prime forme di transumanza del testo poetico verso espressioni visive. Dal più antico Simia di Rodi, con i suoi carmi figurati del 300 a.C., alla straordinaria fioritura medioevale dove campeggia la grandiosa figura di Rabano Mauro. Ci siamo allargati alle riflessioni su cosa potrà essere il libro d’artista nell’era dell’intelligenza artificiale. Per capire se gli algoritmi continueranno a collaborare con gli artisti, come già stanno facendo, o se addirittura vorranno sbarazzarsi dell’uomo, questo fastidioso manipolatore che intralcia il loro cammino verso una completa libertà e indipendenza. Pertanto, nella prima parte della rivista si è data “voce” e si sono offerte “dimore” ad un significativo repertorio di forme – tutte diverse – di libri d’artista; in “poiein” ciò s’è ulteriormente tradotto, a mo’ di testimonianza per parole e per immagini, in esempi di sintesi (in vario modo) equilibrata tra pictura e poesis.

A corredo del nucleo tematico di questo volume – nello specifico di questioni di genere, di storia e di metodologia critica in relazione al libro d’artista – si aggiungono le letture (di taglio più propriamente comparatistico) delle sezioni “Caleidoscopio” e “Alfieriana”. E in tale direzione vanno, infine, considerate anche le recensioni raccolte nella rubrica di chiusura “Finestre”.